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Memoria Corta

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Chi mi conosce sa che dimentico facilmente eventi, impegni, date, luoghi e volti. Ogni tanto subisco il rancore di chi, ricordando il mio impegno preso, pensa che io abbia infranto la promessa. Invece no. Semplicemente mi sono dimenticato, e non per cattiveria né per calcolo. Ho preso l’abitudine di dire: “se non mi senti, fatti sentire tu… ho la memoria corta!” E a nulla valgono agende digitali o cartacee, bigliettini o nodi al fazzoletto. Impegni, date, persone, nella mia mente si accavallano e si fondono in un unico minestrone. E nel minestrone ci finiscono anche sofferenze, dolori, torti e cattiverie subite, che ugualmente dimentico. Tutto sommato, vivo benone!

Pochi giorni fa* era il “Giorno della Memoria”, il giorno in cui si invita a ricordare i peggiori eventi dell’umanità. Ricordare per non ripetere. Rivivere le atrocità per partecipare alle sofferenze subite… Ma è proprio la strada migliore? Le faide sono basate proprio sul ricordo del torto subito, sull’esasperazione della colpa altrui e delle sofferenze proprie, e all’inevitabile sentimento di vendetta. Non è che magari invece che la Memoria si dovrebbe perseguire la Dimenticanza? Dimenticare per non ripetere, dimenticare per non soffrire…
Il ricordo degli anziani tramandato ai giovani? “Quando ero giovane il mio vicino mi ha fatto questo e quello… Ricorda! Non dimenticare mai, il vicino è cattivo!” E colpe passate, colpe di persone che oggi non sono più, vengono ricordate come attuali e vive, pronte a diventare arma in mano alle nuove generazioni.

Forse perché mi sono dimenticato di qualcosa di fondamentale, ma anche se posso comprendere le motivazioni di base della “Giornata della Memoria”, non capisco perché si debba ogni anno riproporre con abbondanza di documentazione fotografica le atrocità del passato. O meglio: uno specifico caso, uno tra le migliaia di casi in cui, nei millenni, la follia umana si è scatenata contro la stessa umanità. Ricordare va benissimo, ma penso che dimenticare sia ancora meglio.

Dimenticare le differenze, per non insegnarle neppure involontariamente alle nuove generazioni, dimenticare le tecniche di offesa per non saper più costruire armi, dimenticare i confini geografici, dimenticare le differenze tra le religioni, dimenticare tutto ciò che porta sofferenza ed ingiustizia.

Credo di aver detto quasi tutto, se mi sono dimenticato qualcosa, fatemelo sapere…

Luke

*Avrei dovuto pubblicare venerdì scorso queste mie note, ma, ovviamente, me ne sono dimenticato


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