Il Manzoni ai tempi di Facebook
Si sente sempre più spesso dire che l’insegnamento dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni nelle scuole sia anacronistico, che sia una lettura inutile ed antiquata. Addirittura c’è che sostiene che il Manzoni, dopotutto, quel grande scrittore non sia stato1.
Personalmente non concordo, ai Promessi Sposi ci sono affezionato poiché mi riporta alla memoria un periodo sicuramente piacevole, seppur tormentato, della mia vita. E quando a scuola, come spesso accadeva, non riuscimmo a completare il programma, la curiosità di sapere come finiva la storia mi spinse a rileggere il tomo, dall’inizio alla fine, durante le vacanze estive (trascurando ovviamente i compiti delle vacanze).
Forse è proprio grazie a Manzoni e alla sua scrittura “antiquata” che oggi tra le mie letture preferite ci siano molti testi di metà ottocento, sia italiani che stranieri tradotti.
Malgrado ciò devo convenire che la lettura di uno scrittore ottocentesco possa risultare ostico ai giovani lettori, avvezzi ad un linguaggio più sintetico e ad una comunicazione efficace, mirata più al messaggio che alla forma.
Ed è proprio per venire incontro a queste esigenze di studio contemporaneo che mi sono permesso di rivisitare2 questo grande classico italiano e di metterlo a disposizione di tutti i ragazzi che si apprestano allo studio del Manzoni, al fine di rendere più agevole e comprensibile il testo a chi è avvezzo al linguaggio di Facebook e degli smartphone.
Buona lettura e buono studio.
Luca “Luke” Calcinai
1 Cfr. “Il Manzoni scrive da cani”, Gamberi Fantasy Blog,
http://fantasy.gamberi.org/2011/03/22/il-manzoni-scrive-da-cani/
2 Cfr. Zanichelli, “Il linguaggio degli SMS in Italia”,
http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=55